Non avendo altra scelta e con il cuore a pezzi, la mamma di Michele è costretta a mandare il figlio a Milano da Simone Peterzano, pittore tardomanierista che accoglieva in casa e in bottega dei giovani apprendisti pittori, garantendo loro vitto e alloggio e assicurando loro che alla fine dell’apprendistato sarebbero stati in grado di esercitare in maniera autonoma la professione di pittore.
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